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venerdì 17 giugno 2016

Per un mese in omaggio l'ebook "Come la vita, la vera storia della prima privatizzazione italiana", quella della SME

Si è detto tanto del caso SME, della tentata vendita di Prodi a De Benedetti, bloccata dall'asse Berlusconi-Craxi e poi, invece, di quella realizzata per "spezzatino" sempre da Prodi, ma questa volta con l'approvazione di tutto l'establishment politico che fu consenziente anche di fronte alla vendita di un bene pubblico (la Cirio-Bertolli-De Rica) per trattativa privata ad una finanziaria raccogliticcia facente capo ad un improbabile Lamirandola,


















che poi naturalmente rivendette a Cragnotti e a Tanzi. Non avevano poca ragione i nostri colleghi della Cirio a temere di finire nelle mani di questa brava gente (il primo interdetto dagli affari economici in Canada, il secondo da lì a poco, in Italia).

Eppure nessuno disse niente: né nella maggioranza, allora di sinistra (al governo c'era il Dottor Sottile Giuliano Amato) né all'opposizione. La torta evidentemente era stata spartita e tutti di trovavano sazi e quindi d'accordo.

Io la vissi dall'interno, quell'avventura, e capii come molto poco di quello che veniva riportato dai mass media era rispondente alla realtà. Una realtà fatta da una settantina d'impiegati che più che difendere idealmente "l'ultimo centro decisionale al Sud Italia", come dicevamo per propaganda, stavano più semplicemente difendendo il loro posto di lavoro. Era tutto vero: lo Stato stava sbaraccando dal Sud (ed ha continuato a farlo anche dopo). Ma noi pensavamo, com'è ovvio, prima di tutto a noi stessi.

Vedemmo di tutto in quei giorni accadere presso la nostra "Assemblea permanente" (leggi: "occupazione aziendale") personaggi che venivano, ci consolavano, ci consigliavano e poi se ne andavano: Bertinotti, Napolitano, Bassolino, il Vescovo Riboldi, Cossutta... noi stessi andammo alla tv da Maurizio Costanzo e da Gad Lerner. Fu anche un'occasione di notorietà e qualcuno di noi non fu alieno al fascino dei riflettori.

Questa storia la racconto in poco più di cento pagine ed è piaciuta a chi l'ha letta, perché è personale e vissuta da un protagonista involontario che non poteva non rimanerne coinvolto. It's the very beginning: è proprio l'inizio. L'inizio di quando ho cominciato a scrivere per raccontare la storia delle aziende. In un certo senso è la madre di tutte le mie storie.

Come dice Alfonso Ruffo nella prefazione va bene anche ai on addetti ai lavori perché c'è il racconto e poi c'è l'ironia che forse di fronte ad un avvenimento così sconvolgente rimane l'ultima arma di difesa.

Per un mese (meno quattro giorni) è gratis qui in formato ebook.

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